Sublime Minimalisme è il brand di Ughetta Lauritano, che ha gentilmente accettato di rientrare tra i miei intervistati per fashion is a rocket science, la newsletter che parla di moda da dietro le quinte. Let’s start without further ado!
Qual è stato il tuo primo "fashion crush"? Un capo, una tendenza o un'icona che ti ha fatto innamorare della moda.
La mia prima "fashion crush" sono state mia madre e le sue borse. Non era ovviamente una persona famosa, ma per me è sempre stata un'icona di stile, era una donna molto elegante e con tantissimo buon gusto e mi piace pensare di averne ereditato un po'. Aveva una grandissima passione per le borse e fin da piccola le ammiravo aspettando il giorno in cui le avrei potute portare anche io. Le conservo con molto affetto.
Di cosa ti stai occupando in questo momento a livello lavorativo?
In questo momento mi sto dedicando completamente al mio brand, Sublime Minimalisme. Uno dei propositi per questo 2025 è fare dei grandi upgrade dal punto di vista di gestione e presenza online del brand.
Cosa ti ha spinto a entrare nel mondo della moda? C'è stato un momento di "rivelazione" che ti ha portato qui?
Credo che la spinta sia venuta da mia madre, fin da piccola uno dei miei giochi preferiti è sempre stato sfogliare e ritagliare le figure dalle riviste di moda, una volta che lei aveva finito di leggerle ovviamente. Con i ritagli patinati creavo collage, ci perdevo i pomeriggi. Ho ricominciato a farlo una volta arrivata all'università, in questo modo ho creato alcuni dei miei progetti più belli.
Non credo di aver avuto una rivelazione, credo di aver sempre voluto entrare in questo mondo.
Guardando indietro, c'è un momento o un’esperienza che ha davvero cambiato il modo in cui vedi la moda?
Durante il master in Fashion Digital Marketing in NABA ho frequentato un corso di moda e sostenibilità tenuto dalla professoressa Tronville. Le sue lezioni mi hanno davvero aperto gli occhi su quanto la moda possa essere un mondo meraviglioso e scintillante e al contempo una piaga dal punto di vista sociale e ambientale. Mi riferisco soprattutto al mondo della moda fast fashion, credo che si dovrebbe parlare di più del costo umano e ambientale della moda e offrire alternative più sostenibili ai consumatori.
Se potessi fare il tuo lavoro da qualsiasi parte del mondo, dove sceglieresti?
Per il lavoro che faccio ora potrei davvero stare da qualsiasi parte nel mondo, mi basterebbero la mia macchina da cucire e i miei ferri da maglia, ma se dovessi scegliere un posto andrei a Madonna di Campiglio. Attenzione però, non vorrei vivere la MDC da "ostriche e champagne" che vediamo sui social, sceglierei quella fatta di sentieri innevati e baite isolate. Prima o poi magari lo faccio davvero!
Hai un capo vintage o un fashion item che ha un valore speciale per te? Qual è la sua storia?
Mi ricollego alla prima risposta e scelgo una borsa iconica, la Jackie vintage di mia madre. Era una delle sue borse preferite e ricordo che la portava tantissimo. Addirittura c'è una foto scattata il giorno dopo la mia nascita, appena dopo essere state dimesse, in cui lei mi tiene in braccio e in spalla porta la sua Jackie.
Trovi che in questo settore la differenza di genere sia un dato di fatto? Se si in che modo?
Credo che la differenza di genere sia una costante che intacca indipendentemente tutti i settori lavorativi e credo anche che si debba continuare a combattere per fare in modo che le differenze si appianino sempre di più.
Cosa ti avrebbe aiutato di più sapere all'inizio della tua carriera?
Avrei voluto sapere di non potermi aspettare lo stesso trattamento gentile ed educato che io rivolgo agli altri. So che è un po' da illusi pensare che tutti siano sempre pronti a rivolgersi con rispetto ed attenzione, ma sfortunatamente io sono il genere di persona che lo fa. Sbaglio ad essere così? Forse si, ma è più forte di me.
Quanto credi che oggi sia importante la formazione accademica rispetto all'esperienza pratica nel settore della moda?
Oggi la formazione accademica è molto importante per gli HR che selezionano il tuo curriculum in un enorme pila. Avere un CV con tante voci fa sempre scena, ma alla fine della fiera la creatività e il talento sono qualità innate. Invece, l'esperienza pratica è molto importante, quindi consiglierei a tutti di creare più progetti possibili e racchiuderli in un bel portfolio.
Quali definiresti gli aspetti meno glamour del lavoro in questo settore?
Sicuramente gli aspetti meno glamour del settore sono gli stage, la vita reale nel mondo della moda non è come ne "Il Diavolo Veste Prada" in cui il lavoro della vita ti cade addosso per pura casualità. Non fraintendetemi, c'è molto di vero in quel film, ma non aspettatevi assolutamente di poter entrare in ufficio un giorno a caso con l'ultimo modello degli stivali di Chanel percependo uno stipendio da stagista.
Consideri gli investimenti fatti nell'istruzione universitaria giustificati dalle opportunità lavorative che hai ottenuto?
Sinceramente no. Io ho frequentato quattro anni di NABA a Milano, durante i quali ho imparato moltissimo, ma il Career Service non è stato all'altezza delle mie aspettative. Non mi hanno indirizzato verso opportunità di carriera coerenti con il mio percorso di studi.
Il nome dell’università è stato un vantaggio tangibile nella ricerca di lavoro o nell'ottenere stage?
Durante i colloqui che ho fatto non mi è mai capitato che il mio interlocutore si soffermasse in modo particolare sul mio percorso di studi.
Che cosa diresti al te del passato in un momento di sconforto lavorativo?
Se devo essere brutally honest mi direi "forza e coraggio che alle 18 è finita e puoi andare a divertirti"
Quali consigli daresti a chi sta studiando moda e vuole intraprendere una carriera in questo settore?
Il consiglio che darei è di impegnarsi, lanciarsi in progetti entusiasmanti e creare un ricco portfolio da mostrare orgogliosamente a tutti. Non abbiate paura di parlare delle vostre idee, siate propositivi e intraprendenti.
Quanto è impattante questo settore a livello psicofisico?
Questo settore lavorativo è davvero molto impattante psicofisicamente a causa dell'alta competitività che c'è al suo interno e della velocità con cui il fenomeno sociale della moda si muove. Non è un ambito lavorativo rilassato, ma sta al singolo individuo cercare di vivere la propria vita lavorativa nella maniera meno stressante possibile.
“Fashion is a rocket science” è una newsletter mensile per dare voce a chi lavora nel mondo della moda, soprattutto nel settore creativo. Perchè crearla? Perchè si sa ancora ben poco del reale dietro le quinte a livello lavorativo e se fossi ancora una studentessa, avrei avuto molto da imparare dalle esperienze altrui. In Italia manca ancora una community che possa parlare di moda a chi sta cercando di inserirsi in questo settore o vorrebbe saperne di più: spero che questo contributo possa diventare prezioso. Vuoi partecipare o conosci qualcuno interessato a farlo? Feel free di contattare la pagina tramite direct o bizarre.vague@gmail.com :)
+10 PUNTI PARADISO GRATUITI
Ho deciso di mantenere tutte le pubblicazioni gratuite al fine di poter rendere accessibile a tutti l’intento di Vague Bizarre, unendo vita concreta, moda e tarocchi a chi sente di appartenere in ciò che scrivo e illustro. Se vuoi comunque sostenere il mio lavoro perchè ne riconosci del potenziale, puoi abbonarti a pagamento (in quel caso ricevi infiniti punti paradiso + la grazia assoluta) o offrimi un caffè virtuale qui.
Tuttavia, altre ulteriori forme di supporto sono gratuite, aiutandoti ad accumulare punti paradiso:
+10 pt. se segui Vague Bizarre su Instagram e TikTok
+10 pt. se ti piacciono le mie newsletter e le consigli a un tu* amic*
+10 pt. se hai piacere di restituirmi feedback, consigli, opinioni